Discesa
leggera e poi in salita, quattro ore.
Ottima
giornata, non calda. Attraversata la caldera di un vulcano spento, con formazione
di rocce spettacolari che sovrastano paesini incantati.
La gîte
comunal
è come un albergo. Piove. Pomeriggio lungo da passare. Ho trovato dei vecchi
giornali che ho messo dentro agli scarponi per asciugarli. Ho tenuto alcune
pagine per leggere le novità della valle. Le solite ciance dei politici locali
che sembrano uguali in tutto il mondo.
Conosciuto
Alan, cappello con fiori e telefonino sempre in funzione. Ho scoperto che in
Francia telefonare col cellulare costa la metà rispetto all’Italia. Siamo in
Europa noi?
Le
case del paese sono carine e le ho fotografate tutte.
Cena
piacevole con i soliti ignoti, al bar vecchi con il basco in testa e un cane
vecchissimo che beve pastis.
Il
mio vicino di branda (il dottore pediatra in pensione) ha russato tutta la
notte. Io ho contato le travi, poi le lucine lungo lo stanzone, infine sfinita
mi sono addormentata e credo, anzi confesso, di aver russato mica male anch’io.
L’ho capito dalla faccia sgomenta del signor Alan, che ha dormito in una branda
poco lontana da me.Note tecniche (orientative):
Lunghezza: 16 km; ore 4; dislivelli: 250 m
© Testo e foto di Daniella Forestan
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