Traversata
in mezzo alla campagna ai bordi dei campi coltivati. Un po’ di pioggia, arrivo
in salita. Visto due castelli notevoli per imponenza. Suggestivo il paesaggio.
Male ai piedi forte, ma ancora sopportabile. Grande uso di Voltaren.
Lectoure
è un bel paesotto con grande torre campanaria e produzione di meloni e di
Armagnac. Mi trovo nel salotto di in un’ottima gîte, un vecchio palazzo con camerate da quattro letti gestito da
una giovane molto carina; incenso, musica di sottofondo, nella toilette un manifesto
con i premi Nobel per la pace, chissà perché lì? All’ingresso la faccia di
Ernesto “Che” Guevara, alle pareti tangka tibetani; una gatta sorda staziona
vicino al computer, quindi peli dappertutto.
Oggi
ho camminato per circa 25 km
su terreno sconnesso, tutt’intorno una campagna coltivata a fave e a grano;
ogni tanto scendeva acqueruggiola, tanto per non perdere l’abitudine.
Stamattina
a Miradoux ho incontrato una signora originaria di Marostica, di nome Teresina;
offre ai viandanti la sua casa. Si discute di politica, si mangia frutta secca, il caffè è sempre pronto
e chi vuole dormire si butta su qualche letto sparso per la casa in cambio di
un’offerta. Con grande classe vicentina si è inventata un lavoro. Brava!
Le
donne che ho incontrato la prima sera di viaggio non sono arrivate fin qui:
troppe vesciche sui piedi, tendiniti, ecc.
Sul
percorso i segnavia non sono molti ed è facile perdere la traccia, quindi
sempre con l’occhio vigile.
Adesso
vado a fare un giro in paese a vedere come butta; più tardi andrò a bermi una
birra e per la cena ci sono parecchi locali con menù mica male al prezzo fisso
di 11 Euro, bottiglia di vino compresa: in Italia ci fai una pizza e una birra,
forse.
Note tecniche (orientative):
Lunghezza: 25 km; ore 6,15; dislivelli: 350 m
© Testo e foto di Daniella Forestan
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