Eccomi
a Figeac dopo dieci giorni di montagna. Il percorso è stato veramente
impegnativo, tutto in saliscendi (non so perché, ma mi sembrava più sali che
scendi). Il paesaggio è maestoso, case a colombage
e fiori alle finestre, rampicanti multicolori, vacche e vitelli, cavalle e
puledri, greggi e pascoli di un verde meraviglioso. Chiesette di san Rocco in
quantità e chiese romaniche tenute come gioielli, anche se in piena campagna. I
contadini sono gentili, offrono da bere e sorridono con piacere.
L’altro
ieri a Conques ho rivissuto l’emozione di sempre quando arrivo lì; la bellezza
del tutto mi sazia il cuore e lo spirito e mi fa dimenticare il peso dello
zaino e l’inevitabile male ai piedi.
Di
solito dormo nelle gîte d’étape, che
sono come i nostri rifugi, dove tutti russano e l’odore degli scarponi
addolcisce la nottata. Qualche volta dormo da sola in chambre d’hôte per viandanti; chi vuole risparmiare si cucina
qualcosa, ma io di sera preferisco fare un pasto completo.
Ho
conosciuto un mare di gente, quasi tutti carini con me; attualmente sono
l’unica italiana in giro: è evidente che il grosso degli italiani preferisce la
Spagna. Su questa strada tutto è molto discreto, nessuno grida; i marciatori
viaggiano silenziosamente e sorridono, dandoti una mano in caso di bisogno. A
proposito: c’è un grande consumo di Voltaren in gel e cerotti di tutti i
generi.
Ci
sono molte donne sole; una che ho conosciuto il primo giorno di viaggio, al
quarto ha dovuto rientrare perché aveva perduto lo zaino!
Ho
preso una gran lavata nella tappa più lunga di montagna, tutta fango scivoloso.
Stamattina ho trovato sulla mia strada un cane ringhiante e appiccicoso con me;
ho messo in pratica il vecchio sistema dell’intifada, che ha funzionato.
Domani
ho un lungo percorso di 31 km ,
ma penso che ci sia poco dislivello e se le gambe non mi tradiscono dovrei
arrivare in 6/7 ore. Penso che stanotte ci sarà una russata colossale: la vita
del viandante può essere dura anche nelle ore di riposo.
Bene,
ho scritto di botto tutto quello che mi è passato per la mente. Adesso vado a
mangiare, che ho una fame da lupo; chissà perché quella non mi manca mai.Note tecniche (orientative):
Lunghezza: 25 km; ore 6,30; dislivelli: 400 m
© Testo e foto di Daniella Forestan
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